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Ultimo aggiornamento 572 giorni fa S. Massimo confessore
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Tu sei qui: Marrazzo GourmetTutta la bontà delle albicocche del Vesuvio nelle conserve di Casa Marrazzo, per gustarle tutto l'anno
Scritto da (Redazione), martedì 14 luglio 2020 11:23:55
Ultimo aggiornamento martedì 14 luglio 2020 11:23:55
La Campania è la più importante regione italiana per quanto riguarda la coltivazione delle albicocche, con una produzione che si attesta su quasi 50mila tonnellate di frutti, di cui circa l'80% proviene dall'area del Vesuvio.
Sono proprio le albicocche del Vesuvio, dette anche "crisommole", quelle prescelte da Casa Marrazzo 1934 per le conserve in sciroppo. Molto dolci e delicate, vengono selezionate e raccolte al giusto punto di maturazione, a partire dalla metà di giugno, prima di essere lavorate e conservate in una soluzione di acqua e zucchero, senza altre aggiunte.
Le varietà che rientrano nella definizione di "crisommole", data la natura vulcanica del terreno, ricco in minerali e potassio, hanno un sapore unico e caratteristico. A effettuare una distinzione tra le albicocche del Vesuvio e le altre è, nel 1583, lo scienziato napoletano Gian Battista Della Porta, che nell’opera "Suae Villae Pomarium", divide le albicocche in due grandi gruppi: le Bericocche di forma tonda, con la polpa molle, bianca e aderente al nocciolo, e le Chrisomele (dal greco chrisomelos, ovvero mele d’oro), con la polpa non aderente al nocciolo, molto colorate, soavi e più pregiate. Ma la presenza dell’albicocco alle pendici del Vesuvio è documentata già nel I° secolo d. C. negli scritti di Plinio il Vecchio.
Tutta la bontà delle albicocche del Vesuvio, insignite del marchio PAT, è conservata perfettamente dall’azienda dell’agro nocerino-sarnese, in barattoli che mantengono la freschezza del prodotto per gustarle in ogni momento dell'anno (clicca qui per acquistarle).
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